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Riformare l’Europa. Il PD resta un partito fermamente europeista ma bisogna riconoscere

che l’Euro è insostenibile se non si cambia rotta. Bisogna introdurre nello statuto della BCE

il mandato per la piena occupazione, come per la FED negli Stati Uniti, e aprire una

discussione su quale sia l’obiettivo di inflazione da perseguire.

L’Euro è una moneta troppo forte per la nostra economia e debole per la Germania.

Con il pareggio di bilancio in costituzione e il saldo attivo della bilancia corrente, la Germania

è destinata a esportare deflazione il che aumenta il peso reale del nostro debito e, con la

moneta unica, impone la svalutazione dei salari. Occorre implementare politiche inflattive e

intavolare un dialogo serio per l’introduzione di un indennizzo di disoccupazione europeo e

degli eurobonds, riconoscendo che sono un obiettivo raggiungibile solo quando i nostri conti pubblici

saranno in ordine.

 

Europa Sociale: L’Europa non è solamente la casa del mercato unico e della libertà di circolazione dei beni. L’Europa è il posto nel quale le identità nazionali si fondono in una identità condivisa che si basa sulla pace, sulla libertà e sulla solidarietà. Sarebbe sbagliato continuare ad identificare l’Unione Europea con il patto di stabilità e con le procedure di infrazione. L’Unione Europea va comunicata ed anche insegnata per i valori sui quali si fonda, per il cambiamento al quale aspira, e non per i limiti che impone, che pure vanno ridiscussi e cambiati.

 

In virtù delle elezioni europee del 2013 che hanno sancito l’affermazione del Partito Democratico come uno dei più grandi in Europa, sta a noi il compito di avanzare e creare le condizioni per la discussione di proposte che riportino al centro i valori fondanti e la solidarietà.

 

La Brexit è una ferita nel sogno europeo, ma è anche campanello di allarme che ci obbliga a svegliarci e capire che il progetto di unione è sul filo del fallimento

 

Il Referendum sulla Brexit si è giocato, purtroppo, solamente sull’opportunità economica della permanenza, e sulla chiusura delle frontiere agli immigrati (intra ed extra comunitari) con lo slogan “Take back control”. I democratici europei si sono ritrovati a fare campagna per il Remain in una situazione difficilissima, in cui pure le giustificate critiche all’austerity europea provenienti dai partiti della sinistra tradizionale hanno giocato un ruolo rilevante. D’altra parte, molti degli argomenti dei partiti conservatori (per esempio I Thories di D. Cameron), a favore del remain, erano focalizzati solo sull’aspetto economico della scelta e non sui valori fondanti dell’Unione.

Il Partito Democratico ha il potere ed il dovere di riportare la narrativa europea sul binario giusto: il mercato unico esiste solo in funzione di una identità condivisa europea, e deve agire come veicolo ed incentivo per una progressiva integrazione politica.

Con l’uscita del Regno Unito perdiamo uno dei più feroci oppositori di questa visione.  

Il Libro Bianco di Junker è stato recepito come molto deludente, ma torna a chiedere di analizzare questioni critiche come l’Europa a due velocità o una visione sempre più federalista. Nei prossimi mesi avremo elezioni in molti paesi importanti dell’UE, inclusa l’Italia. Il progetto europeo è nato in Italia con Ventotene e con i Trattati di Roma, e dall’Italia può ricominciare.

Riformare l'Europa
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