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Perchè Renzi?

  • GB
  • 24. März 2017
  • 3 Min. Lesezeit

Poiché è tempo di esprimere opinioni, e siccome alcuni amici si sono premurati di spiegarmi perchè è ora di voltare pagina nel PD, comincio da una constatazione. Credo che un leader politico debba dimostrare di saper fare il proprio lavoro, che è prima di tutto quello di creare consenso attorno ad una proposta programmatica nei confronti del numero maggiore di elettori possibile. Alcuni amici sostengono Orlando, su cui ho alcuni dubbi programmatici e di skills, di cui magari parlerò più avanti. Però al di là delle questioni di merito, osservo i seguenti dati, sulla storia politica dei tre candidati:

Michele Emiliano

Preferenze % Elezioni

107,801 53.80% Comunali Bari 2004

100,614 49.09% Comunali Bari 2009

793,831 47.12% Regionali Puglia 2015

Renzi

Preferenze % Elezioni

337,446 58.74% Provinciali 2004

100,223 59.51% Comunali 2009

Orlando

Preferenze Elezioni

Eletto senza preferenze (legge Calderoli) Politiche 9 Aprile 2006

Primo non eletto (meno di 5000 voti) Proviniciali La Spezia 2007

Eletto senza preferenze (legge Calderoli) Politiche 13 Aprile 2008

Eletto senza preferenze (legge Calderoli) Politiche 24 Febbraio 2013

Ho lasciato fuori i dati sulle primarie e sulle Europee perché il confronto non sarebbe utile e non cambia la conclusione. Il punto è che un segretario di partito (che sia poi il premier o che sia solo segretario), specialmente con l'attuale impostazione del PD come partito aperto, deve essere in grado di ispirare gli elettori a votare per un programma politico.

Michele Emiliano non mi convince né dal punto di vista politico né dal punto di vista programmatico, ma posso capire che un partito che cerchi una classe dirigente consideri una persona di questo tipo.

Renzi, come sapete, credo sia il compromesso migliore tra un track record di governo che considero positivo e una capacità elettorale esistente anche se ferita. Per questo lo sostengo in queste primarie.

Orlando a me pare un suicidio politico. Un partito che riuscisse a nominare come leader una persona pur degna, ma la cui carriera politica è unicamente legata all'essere stato nominato dai propri protettori in liste bloccate, e che quando si è presentato alle provinciali è addirittura risultato non eletto, mi sembrerebbe un partito che ha perso di vista la propria funzione.

L'Italia è un paese che continua ad eleggere sulla base di affiliazioni personali e lo ha fatto ormai per un quarto di secolo. Grillo ha mobilitato il 30% sulla base del proprio carisma e su un messaggio programmatico tanto semplice quanto confuso. Berlusconi ha fatto altrettanto. Prodi fece altrettanto (ma fu silurato, appunto, dai vari segretari di partito). Veltroni aveva un track record, ma non ci é riuscito (in parte per indisciplina di partito). Bersani aveva un track record solido, ma non ci è riuscito nonostante la disciplina di partito. Renzi ci è riuscito in parte (non sappiamo ancora alle politiche) anche se ha fatto errori e si è ritrovato un partito indisciplinato (e qui Orlando delle responsabilità le ha) incapace di rispettare i propri processi democratici.

Adesso la scelta è tra questi tre. La classe dirigente storica del PD e della sinistra italiana ha chiaramente la responsabilità di essere stata incapace di rinnovarsi in modo ampio. Detto questo, mettere il progressismo italiano nelle mani di una persona che non ha mai dimostrato di poter portare con se non dico la nazione, ma neanche un comune di piccole dimensioni mi sembra un errore da prima repubblica. Mi si dirà che Renzi non ha vinto le amministrative. Potrei rispondere che magari una colpa ce l'ha anche un partito al cui interno si passa più tempo a parlare di Renzi che non degli avversari politici. Magari di questo se ne parla un'altra volta. Ma il punto non é questo.

È su chi pensiamo possa portare un progetto politico progressista ad avere il consenso più ampio possibile nel paese sulla base di qualche evidenza.

Dei tre candidati, credo che Emiliano e Renzi abbiano le qualità di leadership necessarie. Di Emiliano non condivido la linea politica e, francamente, il comportamento. Orlando per ora non ha nessun track record e mi stupisco che sia arrivato così avanti come candidato - la dice lunga sullo stato della classe dirigente nel PD. Che poi sia uno che riesce a tessere le fila tra i vari dirigenti della sinistra frazionata, magari anche si. Così andiamo tutti uniti verso la sconfitta di una rediviva gioiosa macchina da guerra.

 
 
 

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