Dalla scuola di partito PPP
- Bianca Russo
- 5. Juni 2017
- 3 Min. Lesezeit

Per chi vive lontano dalla propria città, come me che da circa due anni vivo e studio a Londra, tornare a casa ha sempre una certa valenza nostalgica ed euforica allo stesso tempo. Inoltre, se la tua casa, Milano, è diventata negli ultimi anni un centro fondamentale nella formazione, produzione ed innovazione politica e culturale del tuo paese queste sensazioni hanno un sapore estremamente particolare. Questa volta però l’entusiasmo di essere a casa ha un sapore nuovo, diverso. E’ l’entusiasmo di chi ha avuto la bellissima opportunità di partecipare alla Scuola Politica Pier Paolo Pasolini, fortemente voluta da Massimo Recalcati, che mi accompagnerà nei prossimi mesi. Non so bene cosa aspettarmi da questa esperienza ma so di certo che mi aiuterà a maturare sul piano personale, politico e professionale, specialmente grazie alla partecipazione di personaggi del calibro di, tra gli altri, Salvatore Veca, Perfrancesco Majorino e Walter Veltroni.
In questa scuola percepisco il ruolo fondamentale che si vuole riconsegnare ai giovani, fondamentali nel dibattito, nell’attività e nella produzione politica di un partito che sta cercando di ripartire dagli errori commessi che lo hanno portato ad alienarsi le fasce meno mature. La possibilità, inoltre, di poter partecipare ad un percorso di formazione politica nella propria città, nella propria casa, dopo aver avuto l’opportunità di contribuire attivamente alle battaglie politiche italiane ed europee grazie all’esperienza nel PD Londra, rende ancora più emozionante questa realtà.
La giornata si apre con l’intervento di Recalcati, che ha fortemente puntato alla creazione di un centro di formazione civile e politica volta alle nuove generazioni. Finalmente riesco ad ascoltare colui che col suo discorso alla Leopolda 2017 mi ha nuovamente appassionato ed ispirato all’attivismo e alla passione politica. La sua lezione sui populismi, che ha ripercorso la nascita e l’evoluzione di questo atteggiamento ideologico, dalla massa totalitaria e la sua vocazione paranoica ad un neopopulismo dove la rappresentanza del popolo viene sostituita dall’essere il popolo stesso, colpisce per la potenza morale ed i toni semplici, chiari e pacati che contraddistinguono il personaggio di Recalcati.
La giornata continua poi con l’intervento di Matteo Renzi che invece tratta con un originale paragone la distinzione tra specchio, ciò che deve cambiare, e finestra, ciò per cui bisogna lottare, ponendo l’accento sull’importanza della comunicazione e della lotta per il cambiamento. La sua analisi spazia, tra le altre cose, dal giustizialismo vs legalità, vero vs virale alla solitudine vs appartenenza e all’anonimato vs identità. In modo particolare mi colpisce il suo discorso sull’importanza nell’investire nella cultura per ricreare quello spirito di appartenenza ed identità necessario per sviluppare delle giuste politiche di integrazione che il nostro tempo ci chiede.
Nel pomeriggio è la volta di Salvatore Veca e della sfida di EXPO 2015 nell’analizzare e sviluppare un sistema in grado di gestire le problematiche ambientali tutelando la richiesta di cibo per la popolazione mondiale. La sua analisi si concentra sulle politiche alimentari, la responsabilità civile e le idee nuove ed innovative sviluppate da Milano riguardo la custodia della terra e uno sviluppo sostenibile. Questa lezione e le sue riflessioni colpiscono per la volontà nell’ascoltare ed imparare dalle domande ed osservazioni del pubblico, profondamente incuriosito dalle sue riflessioni. Infine, questa bellissima lezione chiude una giornata piena di sguardi, sorrisi, conoscenze ed opportunità di scambio ed apprendimento nuove, che, sinceramente non vedo l’ora di approfondire con i prossimi incontri i quali, sono sicura, segneranno profondamente il ruolo che questa nostra comunità democratica vuole avere nel nostro paese e nel contesto europeo.
























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